Come fare un impianto dentale quando c’è poco osso.

Oggi parliamo di un argomento complicato che cercherò di semplificarvi il più possibile. Sappiamo tutti oramai che gli impianti dentali rappresentano una delle soluzioni più efficaci e durature per sostituire i denti mancanti. Tuttavia, uno dei principali ostacoli per il successo di un impianto dentale è la quantità e la qualità dell’osso disponibile. Cosa bisogna fare quando il paziente non ha sufficiente tessuto osseo nella mascella o nella mandibola? Per capirlo, dobbiamo partire dall’inizio.


Le cause della perdita ossea.

Tra le cause più comuni che portano alla perdita ossea vi segnalo:

  1. le malattie gengivali avanzate che possono distruggere l’osso che sostiene i denti, rendendo difficile il posizionamento degli impianti dentali;
  2. l’atrofia ossea post-estrazione che si verifica perché, senza la stimolazione meccanica fornita dalla radice del dente, l’osso alveolare si riassorbe progressivamente;
  3. traumi o lesioni gravi ai denti o alla mascella che possono danneggiare l’osso e comprometterne la densità;
  4. patologie sistemiche, come l’osteoporosi, che compromettono la densità ossea;
  5. ascessi dentali o infezioni di lunga durata che possono distruggere l’osso alveolare attorno ai denti, riducendo la base ossea per un futuro impianto;
  6. anomalie congenite che influenzano la formazione dell’osso nelle regioni dentali.


La diagnosi della densità ossea.

Per determinare se un paziente ha sufficiente osso per un impianto dentale, il dentista o il chirurgo maxillofacciale eseguirà una serie di esami e valutazioni diagnostiche: radiografie digitali per valutare la quantità di osso disponibile ed escludere eventuali patologie; tomografia computerizzata a fascio conico (CBCT) per avere immagini tridimensionali precise dell’osso mascellare e mandibolare, permettendo al chirurgo di pianificare l’intervento con grande precisione; simulazioni CAD/CAM per creare modelli virtuali della mascella o mandibola del paziente.


Le tecniche di rigenerazione ossea per gli impianti dentali.

Arriviamo al cuore della questione. Quando l’osso disponibile non è sufficiente per supportare un impianto dentale, quali opzioni esistono per aumentare o rigenerare il tessuto osseo?

1. Innesto osseo: è una delle tecniche più comuni per aumentare il volume osseo prima dell’inserimento di un impianto dentale. L’osso può essere prelevato da altre aree del corpo (innesto autologo) o può essere utilizzato osso di origine sintetica o biologica (innesti eterologhi o alloplastici).

2. Rigenerazione ossea guidata (GBR): è una tecnica che prevede l’uso di membrane per guidare la crescita del nuovo osso. Questa procedura è particolarmente utile per riparare difetti ossei piccoli o moderati e per preservare l’area attorno all’impianto. Le membrane agiscono come una barriera, impedendo alle cellule dei tessuti molli di invadere lo spazio riservato alla crescita ossea.

3. Rialzo del seno mascellare (Sinus Lift): è una tecnica utilizzata quando c’è una carenza di osso nella mascella superiore, in particolare nella zona dei molari e dei premolari.

4. Espansione della cresta ossea: quando la cresta alveolare è troppo stretta per ospitare un impianto, è possibile espandere l’osso mediante tecniche di espansione. La cresta ossea può essere allargata delicatamente utilizzando strumenti specifici (osteotomi) o tramite interventi chirurgici più complessi, tipo innesti con osso sintetico e griglie customizzate a protezione.

5. Impianti zigomatici: in situazioni dove l’osso mascellare è fortemente riassorbito, questi impianti, più lunghi dei normali impianti dentali, vengono ancorati direttamente nell’osso zigomatico (l’osso dell’arcata dello zigomo), che è più denso e stabile.

Oggi abbiamo visto insieme che, anche in situazioni di scarsità ossea, gli impianti dentali possono essere realizzati con successo. Non scoraggiatevi e chiamateci in studio per avere una diagnosi e una consulenza specializzata.

A presto!

Studio Dentistico Giboli