Piorrea e malattie delle gengive. Curarle in tempo è la strategia vincente.
Il dentista si prende cura dei denti, certo, ma anche dei tessuti che lo sostengono. Parliamo quindi, principalmente, delle gengive, delle ossa e dei legamenti parodontali.
Oggi ci concentriamo sulla salute delle gengive. Riconoscere per tempo eventuali sintomi a carico di questi tessuti è importantissimo per evitare l’aggravarsi della patologia.
Facciamo un esempio. L’altro giorno è venuto da me un paziente un po’ preoccupato. Mi ha raccontato che negli ultimi mesi ha avuto fastidi alle gengive, sanguinamenti soprattutto. Ha cercato di curarsi da solo facendo sciacqui con il colluttorio, ha visto che la situazione non migliorava ma ha tenuto duro con il “fai da te”, dicendosi “Ma sì, passerà, sarà un po’ di infiammazione”. Ad un certo punto però la sintomatologia si è aggravata e ha deciso di farsi visitare. La diagnosi è stata malattia parodontale, in altre parole quella che la maggior parte di noi conosce come piorrea.
Riconoscerla e curarla per tempo è fondamentale. Il sanguinamento delle gengive è il sintomo principale che ci deve far alzare le antenne ma, a volte, i pazienti hanno solo una generica sensazione di malessere alle gengive, senza provare un dolore specifico.
Cosa succede quando una semplice gengivite progredisce e si trasforma in parodontite? La gengiva si gonfia e si infiamma. Se non viene adeguatamente curata, l’infiammazione del parodonto può aggravarsi, fino a portare alla perdita dei tessuti (osso e gengiva) che sostengono il dente.
Oggi la moderna parodontologia offre molte possibilità per evitare di arrivare a questo punto. La diagnosi innanzitutto. Attraverso un’ortopanoramica digitale e uno specifico esame parodontale, possiamo valutare l’entità dell’infiammazione, così da intervenire prontamente con una terapia specifica per il particolare paziente. Se viene diagnostica nelle prime fasi, infatti, la piorrea è una malattia che può essere reversibile.
Se invece è già in forma avanzata, è possibile fermarla, salvando i denti rimasti e sostituendo quelli persi con impianti o con protesi fisse tradizionali. In alcuni casi, è possibile rigenerare l’osso distrutto dalla malattia parodontale. Nel mio studio abbiamo messo a punto particolari protocolli che utilizzano prodotti omotossicologici mirati alla ricrescita dell’osso attorno al dente, mediante piccole infiltrazioni mesoterapiche nella bocca del paziente.
Curiamo la nostra bocca e curiamola…tutta!
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