Effetti del Covid sulla salute orale…o viceversa?
Il Covid può dare problemi anche ai denti? È una domanda che, dopo 2 anni di pandemia, inizio a sentirmi porre da diversi pazienti.
È una domanda più che lecita, perché nel tempo abbiamo imparato che la COVID-19 (ne parliamo tutti al maschile ma il genere giusto è il femminile) è una malattia sistemica, ovvero una malattia che può colpire il nostro organismo nella sua interezza. Certo gli organi più interessati sono quelli legati alla respirazione, ma sono stati registrati effetti del virus anche sui sensi (pensiamo all’ormai celebre perdita di olfatto e gusto) e sulla pelle (comune è anche la comparsa di eruzioni cutanee). A molti pazienti si sono gonfiate o arrossate le dita dei piedi, altri hanno perso importanti quantità di capelli o avvertono stanchezza e mal di testa continui. Quindi è perfettamente spontaneo e naturale interrogarsi sugli effetti della COVID-19 sulla salute orale, proprio come è doveroso farlo sulla salute mentale, ad esempio.
Cosa dicono gli studi su salute orale e Covid.
Allo stato attuale non ci sono studi scientifici relativi ad un effetto della malattia sui denti e sulla salute del cavo orale. Questo è importante sottolinearlo. Non ci sono nemmeno dati certi ma solo racconti di persone che hanno contratto l’infezione, soprattutto casi di Long Covid, e hanno poi avuto importanti problemi alle gengive. Parliamo della perdita improvvisa dei denti non preceduta da sintomi infiammatori evidenti o da sanguinamento. La maggior parte dei dentisti non confermano un legame tra l’infezione da SARS-CoV-2 e queste aggressive parodontiti ma sono state, tuttavia, avanzate delle ipotesi plausibili e interessanti.
Gengive e problemi vascolari.
Il nuovo coronavirus colpisce i vasi sanguigni e può essere responsabile della formazione di coaguli di sangue. Quando questo succede, il sangue non riesce a raggiungere tutti gli organi o tutti i tessuti e, laddove non arriva, si generano dei danni. Lo stesso ragionamento vale per la nostra bocca. Le gengive sono molto vascolarizzate, così come la polpa dentaria, quindi i danni vascolari, ostacolando la normale ossigenazione di questi tessuti, potrebbero causare la perdita improvvisa dei denti. Allo stesso tempo, l’ostruzione dei vasi sanguigni giustificherebbe l’assenza di sangue, una circostanza molto strana quando si verifica la perdita di un dente.
La giusta domanda da farsi: una scarsa igiene orale può favorire il Covid?
C’è uno studio dell’Università del Cairo (condotto in partnership con la American College of Cardiology, Egyptian Society of Cardiology e il ACC Egypt Chapter), che, analizzando 86 pazienti Covid con malattie cardiovascolari pregresse, ha evidenziato una correlazione tra scarsa igiene orale, infiammazione e Covid in forma grave.
“I tessuti del cavo orale potrebbero agire come riserva del virus SARS-CoV-2, sviluppando un’alta carica virale nella bocca – ha spiegato il responsabile dello studio. Semplici misure – come praticare l’igiene della bocca, sottoporsi a visite dentistiche regolari, specie per i pazienti con problemi cardiovascolari, usare collutori, potrebbero aiutare a prevenire o a ridurre la gravità del COVID-19».
Dello stesso parere è il Presidente Eletto della SIdP (Società Italiana di Parodontologia e Implantologia), Nicola Marco Sforza, secondo il quale “I risultati di questo studio clinico sono in linea con quelli di altre due ricerche già pubblicate quest’anno relativamente alle correlazioni tra Covid, salute orale e sistemica. Il meccanismo patogenetico è spiegabile con gli alti livelli di infiammazione indotti dalla scarsa igiene orale, causa delle malattie gengivali. Tale infiammazione determinerebbe per il paziente ammalato di Covid un rischio maggiore di incorrere in gravi complicanze polmonari, rendendolo più suscettibile alla «tempesta» infiammatoria scatenata dal Sars-Cov-2. I risultati di questo studio – conclude Sforza – confermano l’importanza della salute orale e la necessità di una corretta igiene orale domiciliare da parte del paziente, oltre che di una corretta prevenzione ed eventuale cura delle malattie delle gengive, in particolar modo nei pazienti con problemi cardiovascolari”.
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