Quando è necessario togliere un dente?
Quando un dentista propone l’estrazione di un dente, significa che ha valutato tutta una serie di interventi che fanno parte di una branca particolare dell’odontoiatria che si chiama odontoiatria conservativa o endodonzia (per approfondire leggi qui e qui) ma nessuno di questi gli consente di salvaguardare la salute orale del paziente.
Ecco allora una breve sintesi dei principali casi in cui è necessario ricorrere all’estrazione di un dente.
Estrazione dentale per carie.
L’estrazione di un dente per carie è un’eventualità remota, per fortuna, perché grazie ai continui progressi fatti nel campo dell’odontoiatria, oggi le infezioni dentali possono essere curate in modo approfondito. Nel caso di carie, le terapie da mettere in atto sono diverse a seconda della gravità della lesione: a volte basta procedere con l’otturazione di una piccola parte del dente, in altri casi è meglio fare ricorso ad una terapia canalare, seguita dalla ricostruzione del dente con i nuovi materiali previsti dalle tecniche conservative, o, anche, servendosi di corone o faccette dentali.
Quando tutte queste opzioni non sono percorribili, l’estrazione può essere la scelta da prendere.
Estrazione di un dente per affollamento o allineamento dentale.
A volte, l’estrazione di un dente può servire per permettere al paziente di liberare spazio nella bocca, così da recuperare il giusto profilo della dentatura, ma anche per lavorare su situazioni di malaocclusione dentale. In questi casi, l’estrazione può essere indispensabile per raggiungere un obiettivo superiore. Dopo il trattamento ortodontico con l’apparecchio fisso o mobile, la persona non si accorgerà più di avere un dente in meno.
Estrazione di un dente per malattia parodontale.
Quando lo stato di salute delle nostre gengive è compromesso da fenomeni infiammatori e infettivi che si protraggono nel tempo, si parla di parodontite. Oggi è possibile curare la parodontite e controllare la sua progressione ma ci sono ancora casi in cui l’estrazione del dente è inevitabile, perché il dente ha perso il suo ancoraggio e non può più essere salvato. Succede perché questa grave patologia gengivale erode il tessuto e l’osso che circondano la radice del dente, due parti fondamentali per fissare il dente “nella sua posizione”.
Estrazione dei denti del giudizio.
A questo argomento ho dedicato un post (leggilo qui https://www.fabiogiboli.it/i-denti-del-giudizio-vanno-tolti-parliamone-insieme/) ma in questa sede ci tengo a ricordare brevemente che i denti del giudizio vanno estratti quando:
-si cariano e causano dolore (pulirli bene non è certamente facile vista la loro posizione in fondo!),
-sono in parte inclusi nella gengiva, causando la formazione di tasche gengivali dove possono annidarsi i batteri responsabili di infezioni,
-sono posizionati orizzontalmente e spingono sui settimi molari, rischiando di compromettere il corretto allineamento degli altri denti.
Estrazione dei denti da latte.
Capita che si verifichino delle situazioni il cui i denti da latte vadano rimossi attraverso un’estrazione. I principali casi sono:
-il dentino è molto cariato e potrebbe compromettere i denti vicini o causare fastidi e dolore al bambino,
-il dentino non dondola in presenza del dente permanente già in fase di crescita,
-sussistono altri problemi, come il sovraffollamento o la crescita inclusa.
In tutti questi casi, un buon pedodontista, ovvero un odontoiatra pediatrico specializzato, è la figura più qualificata per decidere come procedere.
Prima di qualunque intervento di estrazione, è bene costruirsi un’immagine chiara della condizione del paziente. Radiografie, analisi e accertamenti sono quindi fondamentali, anche per individuare precocemente eventuali complicazioni di cui tenere conto.
Photo by Unsplash.